Intervista a Natalino Balasso

Natalino Balasso

Cosa pensi artisticamente di Maurizio Pagliari e dei suoi personaggi?

Maurizio Pagliari, da buon autodidatta, ha messo a punto un modo empirico di costruzione dei personaggi che passa innanzitutto dalla sua esperienza personale. Attraverso la visione dei programmi televisivi dei comici in auge negli anni settanta, ma anche attraverso la documentazione visiva dei comici degli anni precedenti, Pagliari ha acquisito negli anni una sintesi tra rappresentazione visiva e parlata del personaggio sempre più efficace e precisa. Ma quest'osservazione è accompagnata da un notevole lavoro "sul campo", fatto di esperienza e basato sul gran numero di spettacoli live eseguiti in più di vent'anni. Il suo lavoro è molto simile a quello che avveniva per gli attori della commedia dell'Arte, con un canovaccio che diventa testo rappresentazione dopo rappresentazione. La struttura dello spettacolo da lui ideato: il "Costipanzo show" gli permette una continua innovazione degli schemi e dei lazzi attribuibili ai vari personaggi da lui interpretati grazie alla possibilità di improvvisare sera dopo sera. A questo va aggiunta una naturale curiosità di questo artista anomalo, sempre desideroso di sperimentare e di provare nuove vie per la sua multiforme comicità.

Hai considerazioni sul "Costipanzo Show"?

Il Costipanzo Show, è stato in partenza la parodia di un programma televisivo: il Maurizio Costanzo Show. Va però detto che negli anni questo show di varietà è diventato una realtà autonoma, radicata nel territorio emiliano romagnolo, fino a diventare un vero e proprio appuntamento di culto per diverse generazioni di giovani. Il "Costipanzo" è un esempio di come poteva nascere anticamente uno spettacolo di commedia dell'arte, con attori a ruolo fisso che improvvisavano su un canovaccio esile, e brani che diventavano testo a copione dopo essere stati sperimentati più volte con pubblici diversi. L'abilità comica di Duilio Pizzocchi ha fatto da catalizzatore per acquisire pubblico e l'alchimia di un connubio fortunato con un altro beniamino del pubblico emiliano romagnolo, Giuseppe Giacobazzi, ha decretato per questo spettacolo un successo che solitamente è riservato a fenomeni di gradimento popolare a livello nazionale. Nonostante la patina di dilettantismo che non teme di sfociare nel parrocchiale, questo show che presenta volti più o meno noti, più o meno ingenui della realtà artistica regionale, ha dimostrato di avere anche aspetti originali ed interessanti e di rappresentare un punto di riferimento per nuove leve di aspiranti performer.

Sarebbe bello anche avere anche dei tuoi pensieri sull' "uomo" Duilio, sul tuo rapporto con lui e con il "Costipanzo".

Duilio Pizzocchi è solo uno dei personaggi di Maurizio Pagliari, ma ormai è diventato anche il nome che rappresenta l'uomo oltre che l'artista umile e generoso. Venuto dal mondo concreto dell'officina, della fabbrica, quest'uomo ha sempre coltivato interessi che andavano oltre la sua preparazione scolastica. Avido lettore, curioso osservatore dell'aspetto scientifico della vita, attento e ironico commentatore della realtà sociale così spesso mal rappresentata dai media, Pizzocchi ha accompagnato con impeccabile sense of humour le serate di migliaia di spettatori. Ed è stato nei confronti dei suoi compagni di viaggio quello che di norma un capocomico non è: onesto ed altruista. La mia personale esperienza nei due anni di Costipanzo, oltre che nei precedenti anni delle tv private, accanto a Pizzocchi, è stata un importante momento di apprendimento dell'arte semplice e complicata del comico, volto a cercare non tanto i difetti nel mondo, ma nel proprio essere, per rappresentare coi propri difetti particolari, i difetti universali della società. Se i film e gli spettacoli popolari degli ultimi 30 anni, avessero avuto questo livello di comicità e di dignità artistica, forse non ci vergogneremmo così tanto della comicità popolare italiana.